(inizio lavori: 1996)
Nel 1994 il WWF Toscana presenta all'Università degli Studi di Firenze i risultati di uno studio che documentava la grave situazione di alcune popolazioni di Anfibi (Tritone crestato meridionale, Triturus carnifex; Tritone punteggiato, Lissotriton vulgaris; Rospo smeraldino, Bufo viridis; Raganella italica, Hyla intermedia; Rana esculenta, Pelophylax esculentus e Pelophylax lessonae) nell'area dove era in costruzione il Nuovo Polo Scientifico Universitario (Comune di Sesto Fiorentino, FI). Con il protrarsi dei lavori edili erano state infatti cancellate alcune zone dove stagionalmente si formavano acquitrini e dove le cinque specie di Anfibi si riproducevano. Gli Anfibi tentavano così di riprodursi nelle fosse di fondazione che si allagavano durante le piogge primaverili, nelle buche di sondaggio e perfino nei pozzetti dei nuovi tratti di strade, restandovi il più delle volte imprigionati senza possibilità di fuga. Anche nei punti dove la deposizione delle uova avveniva, queste ultime, ma anche gli individui sotto forma di larve, di neometamorfosati e anche di adulti finivano poi per morire durante il procedere delle lavorazioni, sia che sui trovassero in corrispondenza delle aree allagate che, dopo l’uscita, si fossero rifugiati sotto qualche cumulo di materiale edile.
Lo studio dimostrò anche che durante il periodo delle migrazioni riproduttive si stabilivano consistenti flussi migratori di individui dai terreni agricoli circostanti verso l’area dei cantieri. L’impatto che si veniva a creare era quindi ancora più grande perché andava ad interessare le popolazioni residenti in un’area molto più ampia.
Iniziò così una stretta collaborazione fra l’Ufficio tecnico dell'Università e il WWF che portò alla redazione di un progetto di compensazione d’impatto che prevedeva la costruzione di tre nuovi habitat per l’ovodeposizione, sostitutivi delle zone riproduttive originarie.
Dopo la consegna e l’approvazione del progetto da parte dell'Università, nel maggio 1996 vennero eseguiti i lavori in un’area, già di proprietà dell’Ente, posta ad una certa distanza dalla zona dei cantieri e circondata da campi agricoli. I tre nuovi stagni realizzati furono consegnati dall’Università al WWF per la gestione e nacque così l’Area Erpetologica Protetta Val di Rose’ che entrò a far parte del Sistema Nazionale delle Oasi del WWF Italia. Si trattava della prima area protetta istituita nella Piana Fiorentina, cui avrebbe fatto poi seguito nel 1998 l’Oasi Stagni di Focognano e via via tutte le altre aree protette del sistema creato dal WWF in questa pianura.
Nel 2000 fu realizzato un altro puntuale intervento su un’altra area di proprietà dell’Università limitrofa alla prima con creazione di una nuova bassura ad allagamento stagionale avente caratteristiche particolarmente adatte alla riproduzione del Rospo smeraldino.